CoronavirusAttoSecondo60 MILIONI D’ITALIANI IMPRIGIONATI. SONO INNOCENTI! – ATTO SECONDO “Sciòra Maria come va, spero bene: lo sa che è quasi un mese che non ci vediamo, non ci parliamo, siamo lontanissimi anche se abitiamo nella stessa regione, anzi nella stessa provincia. Cosa sta facendo di bello?”. “Ma veramente di bello niente, sono chiusa in casa, sa che meraviglia in due locali più sevizi! Pulisco oggi, ripulisco dove c’è pulito domani, ripulisco dopodomani, pensi se questa è vita, è un inferno, ma bisogna fare così, altrimenti se mi becco quel virus lì, mica la scampo, non sto qui a raccontarla, mi sbattono in una cassa, sola come un cane rognoso, manco mi fanno il funerale, mi cremano e io non voglio, voglio essere sepolta come i miei genitori, i miei nonni. D’accordo che Dio nelle Genesi, dopo la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, ha detto che siamo polvere e polvere ritorneremo, ma con un po’ di creanza, porco giuda!”, risponde la signora Maria in un sano dialetto meneghino, inframezzato da qualche parola in italiano. “Allora non è contenta delle disposizioni che il nostro Governo ha impartito?” “Ma sa io non ci capisco niente, cosa vuole che sappia di virus, di contagio, di polmoniti virali, mi dicono che debbo stare in casa, che debbo stare distante almeno un metro, che devo fare una coda di due ore per comprare qualcosa da mangiare e lo faccio, sono una povera donna, vedova per di più, ho una certa età e mi dicono che gli anziani sono a rischio. Non conto niente, non serve protestare, manco coi vicini, perché tutti se ne stanno rintanati, solo al telefono ti puoi sfogare un po’, ma poi basta.” “Eh! Sciòra Maria ha dimenticato le mascherine, adesso il Fontana, il Governatore della Lombardia le ha rese obbligatorie, bisogna metterle per forza quando si esce. L’avevo detto un mese fa che l’opposizione, per cercare spazi politici e mediatici, avrebbe alzato l’asticella delle prescrizioni che sarebbero diventate sempre più dure e vessatorie nei riguardi dei cittadini. Siccome prima o poi i contagi e i decessi caleranno e, vista la durata dell’epidemia, siamo molto vicini, allora facciamo un bel calcolo politico. Inaspriamo le misure – che importa se rendiamo impossibile la vita dei sudditi, perché sudditi siamo, sciòra Maria, - così quando caleranno naturalmente le cifre potranno affermare con sicumera – “visto che con il nostro intervento stiamo risolvendo il contagio! Meno male che ci siamo noi!” - Non voglio fare la Cassandra che prevedeva sempre le catastrofi, ma sono certo che, finita la buriana, si scatenerà nel mondo politico una serie di accuse e controaccuse da notte dei lunghi coltelli del 1934, di hitleriana memoria. Poi, riguardo le mascherine, hanno pubblicato le foto dell’epidemia spagnola, con la gente che portava le mascherine per dimostrare che anche un secolo fa veniva attuato lo stesso sistema, quindi perché tante proteste adesso? Bella storia questa: se allora morirono almeno 50 milioni di persone dobbiamo dire che il rimedio non ebbe ‘sto grande risultato, era solo un palliativo senza effetti pratici. In realtà non si sapeva come curarla la spagnola, vennero commessi errori gravissimi, tipo l’eccesso d’uso dell’aspirina, c’era la denutrizione connessa alla guerra tanto che morivano più i giovani dei vecchi, essendo i militari quelli maggiormente provati dal conflitto”. “Può darsi che abbia ragione, ma a me cosa importa di queste storie, basta che finisca presto, anzi prestissimo”. “Sciòra Maria che finisca presto è molto difficile, ogni epidemia vede salire il numero dei contagi e dei morti fino al cosiddetto picco, dopo di che comincia il naturale calo, che non è repentino, bensì graduale, con possibilità di temporanee riprese: è sempre stato così, cosa crede che sia la prima pandemia che l’umanità deve affrontare? Quindi avremo questo andamento, chiamiamolo ciclico, connesso – può piacere a no il riferimento – al calcolo statistico, matematico, se preferisce, dal quale non si sfugge. Le misure che l’uomo assume servono solo, se assennate e non estemporanee, contraddittorie e tese solamente a salvaguardare la poltrona, come ora, – le dirò poi in dettaglio le ragioni – a ridurre di una percentuale, sovente non elevata, il numero dei contagi: non arrestano mai, e sottolineo mai, l’epidemia. Quindi occorre rassegnarsi: dovremo fare il conto con altri morti, lo dicono i numeri, siamo lontani dalle percentuali probabili, possibili, quasi certe dei prossimi scenari. Non mi faccia quegli occhi spaventati, non ho detto nulla di sconvolgente. Prendiamo un esempio reale: Codogno. Cosa è stato fatto a Codogno? Si sono messe in quarantena 15.000 persone e dopo il periodo di quarantena è risultato contagiato circa il 4% della popolazione. In Lombardia siamo 10 milioni. Togliamone un paio che risiedono in piccoli centri oppure in zone montane con scarse possibilità di contatti. Il 4% di 8 milioni fa 320.000: in tutta Italia oggi non si arriva a 200.000! Capisce perché non ha senso questo blocco forsennato di tutto il Paese Italia? Per fortuna c’è una fortissima percentuale di persone che o non si contagiano o, se contagiate, non si ammalano – il 99,8% degli italiani non è ammalato, tenga presente non il 50-60-70%, il 99,8%!! -, tuttavia non illudiamoci che, con un colpo di bacchetta magica, oggi c’è l’epidemia, domani – et voilà – l’epidemia non c’è più. Non sarà così e se aspettiamo il miracolo della scomparsa completa dovremo rimanere in queste condizioni per mesi e mesi. Ma sciòra Maria non è possibile. Bisogna riprendere a lavorare, bisogna fare i conti con le perdite, inevitabili comunque. Se non si lavora non si mangia e se non si mangia non si muore di virus, ma di fame!” “Ma se io ho la mia pensione, ce la farei lo stesso, né più, né meno di quanto ho fatto sino ad adesso, o no?”. “Il discorso, pur cinico, non fa una grinza, ma lei dimentica una prima cosa: quell’irresponsabile del Capo dell’INPS ha già detto che se non vengono effettuati versamenti, il fondo pensioni rischia di andare in crisi – di non poterle pagare, cioè – fra pochi mesi. Ma i versamenti devono farli i lavoratori e le imprese. Ma se è tutto fermo, se nessuno lavora chi li fa i versamenti? Il mago Zurlì? Lei potrebbe obiettare che basta stampare un po’ di moneta – di euro, per intenderci – per risolvere il problema. Non è così. A parte che la moneta la può stampare la BCE, la Banca Europea, e non l’Italia; l’Italia può emettere titoli di stato in debito, ma poi questi titoli devono essere acquistati da qualcuno, altrimenti, invenduti, non valgono assolutamente nulla, perciò è il cane che si morde la coda: ci vuole una reale volontà politica europea che porti a questo rimedio. Ma se l’immissione di titoli fosse, per necessità e ammesso che avvenga, troppo elevata per sopperire alla mancata attività produttiva, potrebbe innescarsi un processo inflazionistico che, se non tenuto sotto controllo, eroderebbe non solo il potere d’acquisto della sua pensione, ma brucerebbe in breve tempo anche il potere d’acquisto degli eventuali risparmi. Si troverebbe ad avere in mano 100 euro che varrebbero 50, perché non potrebbero più acquistare i medesimi beni da 100 euro, dato che il loro prezzo nel frattempo sarebbe schizzato a 200 euro! Capisce che pensione e risparmi non la tutelano per niente se la macchina lavoro/produzione di beni e servizi non si rimette in moto subito”. “Ma, el me scusa, se tutto il mondo ha fatto come l’Italia ci sarà una ragione: che sono diventati tutti somari?”. “Non è così, alcuni Paesi non hanno copiato l’Italia. Una parte sì, soprattutto l’Unione Europea. Purtroppo anche qui prevale il cinismo. Hanno dichiarato che l’Italia sarebbe stato il Paese cavia – sa gli animali da laboratorio che vengono usati per sperimentare farmaci, ecc. il cui destino è di essere uccisi per constatare gli effetti di ciò che si vuole verificare – anche perché il terrore della malattia è più contagioso della malattia stessa e la pressione dell’opinione pubblica è uguale in tutto il mondo. Se l’Italia ha bloccato il Paese per arrestare l’epidemia – senza riuscirci, come vede – i politici di qualsiasi Stato hanno timore di essere accusati di non aver preso le misure idonee per combattere il contagio, quindi uno dopo l’altro hanno seguito l’esempio dell’Italia, bloccando i confini, la libera circolazione, vanificando in pratica il senso dell’Europa. Ma mi sa dire che significato ha impedire la libera circolazione, se siamo un’unità europea? Il virus si ferma alle Dogane ripristinate? Ma ci stiamo prendendo in giro, oppure si reputano i cittadini dei poveri minus habens – dei deficienti – che non arrivano comprendere che in questo modo l’Europa non esiste più? E’ terribile tutto questo: i mass media sono come censurati, si continua a dire, fino alla nausea, che la salute deve essere prima di tutto. Ma chi è quello sconsiderato che può desiderare che sia la malattia dinanzi tutto, si parla di aria fritta. E’ un dovere imprescindibile pensare a proteggere la salute, ma non mandando allo sfascio tutto l’universo, altrimenti la buona salute servirà solo a scatenare battaglie feroci per la sopravvivenza, lasciando libero sfogo agli istinti più bassi e bestiali: altro che Voltaire e l’illuminismo!” “E poi non è vero che tutto il mondo abbia preso i medesimi provvedimenti. Il Giappone, la Korea, per citare colossi del mondo industrializzato, hanno attuato un modello diverso: le attività non sono state arrestate e, pur con alcune assennate precauzioni, la vita scorre abbastanza normalmente. Non ci sono città deserte per lo scoppio della guerra atomica! E la storia delle mascherine: tutti hanno la mascherina, sono disciplinati, loro! Loro durante l’inverno la portano sempre, per cultura, per premunirsi dalla “normale influenza” che tutti gli anni colpisce il mondo. A questo proposito dovrebbe sapere che ogni anno muoiono nel mondo per influenza dalle 290.000 alle 600.000 persone – dati dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità – e il mondo non si è mai fermato, come ora, pur di fronte a cifre spaventose, rispetto alle attuali. Ma forse questi decessi non sono “di moda”, vuoi mettere allineare le cifre del coronavirus con quelle dell’influenza!?”. “Ma senta, io sono una povera donna, semplice, che vuole vivere senza grandi pretese, ma vivere perdiana. Lei con queste sue menate riesce a farmi spaventare ancora di più: prima avevo paura di ammalarmi, adesso mi dice che anche se la scampo rischio di crepare di fame o peggio. Allora non c’è speranza, dobbiamo solo prepararci al peggio, senza poter fare nulla?”. “Non si deve spaventare, al terrorismo da malattia hanno già pensato quegli scriteriati che ci governano. Non è che abbia la ricetta salva tutto, tuttavia, invece di creare un’atmosfera da fine del mondo, sarebbe stato sufficiente dare quattro disposizioni chiare, facendo presente la serietà dell’epidemia affinché non venisse presa alla leggera, ma evitando di paralizzare le attività, con l’ulteriore risultato negativo di spargere ulteriore terrore. Sarebbe bastato evitare gli assembramenti, dire con assoluta convinzione di stare a distanza, di non abbracciarsi appassionatamente e di confinare in quarantena le zone più a rischio, isolare gli ammalati seri per limitare i contagi e non bloccare una nazione come è stato fatto senza pensare all’evento a 360 gradi, focalizzando l’attenzione sullo slogan – che porta consenso e voti – “La salute innanzi tutto” con una squallida retorica che rappresenta un insulto verso la gente che abbia un minimo di raziocinio. Ma quando si gioca sulla paura della malattia, della morte, si gioca sul velluto e la maggior parte ti segue ciecamente”. “Rimango della mia idea. Tutti i professoroni che vanno in televisione, che rilasciano interviste sui giornali, quelli della sanità mondiale, non saranno tutti degli stupidi, non crede?”. “Sciòra Maria, lasciamo perdere quello che dicono gli esperti, che cambiano parere ogni cinque minuti. Non dimentichiamo che l’OMS – l’Organizzazione Mondiale della Sanità – precisò, non dieci anni fa, bensì a gennaio, che l’epidemia era a basso rischio, poi disse che era a rischio medio, infine “al fuoco, al fuoco” che era allarmante da codice rosso. Ma sanno che cosa dicono? No, vanno a tentoni, perché il virus, seppur derivato attraverso le diverse mutazioni da quello della spagnola del 1917/1920, è ulteriormente mutato e il suo comportamento non è definito da una procedura, ma deve essere studiato a fondo, talvolta per anni. Caliamo un pietoso velo sui nostri esperti, non dimentichiamo che sono profumatamente pagati per andare in passerella in televisione e sui giornali, inoltre stanno acquisendo fama, notorietà, che saranno una vera manna per le loro future carriere professionali, quindi stia pur certa che fanno a gara per non perdere un colpo nel mantenere alta la paura nella gente! Non dimentichiamo che, in una intervista di fine gennaio, uno di questi – Burioni - con il ministro della Salute Speranza andò in televisione a dire che non c’erano pericoli per l’Italia, che noi eravamo i più bravi, avevamo la migliore sanità europea e così via sviolinando. Adesso blaterano che bisogna stare in casa, chi non lo fa è un delinquente passibile di sanzioni che uno spacciatore di droga non ha mai subito: ma le sembra un Paese governato da gente seria questo?. Teniamo presente che il vero problema Italia è rappresentato dalla percentuale altissima di decessi – siamo i primi al mondo con oltre il 10% - rispetto ai contagiati: come mai? Purtroppo è semplice: non abbiamo le strutture per curare malati gravi in numero elevato che hanno bisogno di posti letto di terapia intensiva assolutamente carenti in una situazione di elevata morbilità. Per esempio la Germania e la Francia hanno posti letto quattro/cinque volte superiori all’Italia, ecco spiegata subito la nostra percentuale sconvolgentemente negativa. Da alcune testimonianze di medici in prima linea è detto – sottovoce, per carità – che a fronte di due malati che pervengono nel nosocomio, parimenti gravi, se esiste un solo posto letto di terapia intensiva, questo viene dato al più giovane e al meno compromesso fisicamente per patologie pregresse, l’altro lo si lascia morire. Capito, sciòra Maria, lo si lascia morire!! Si è ridotta la spesa sanitaria continuamente negli ultimi dieci anni – da Monti in poi – e questo è colpevole, si sono create le premesse per assassinare cittadini innocenti la cui unica colpa è stata quella di essersi ammalati in modo grave!”. “Allora a cosa devo credere, lei mi sta demolendo quello che mi viene detto. Non è pericoloso andare ad intaccare la fiducia nelle istituzioni?”. “Vede, sciòra Maria, la fiducia la si conquista con la serietà, non con le frottole e la propaganda, né con l’isterismo. Siamo governati da una massa d’isterici che farebbero prostituire madre, sorelle, figlie se questo servisse a potenziare la loro immagine. Noti che questi comportamenti isterici, insisto con il termine, dei nostri politici attuali non sono una novità. Nel 1977, quando ci fu la crisi del colorante alimentare E 123, dovuta a uno studio errato di un laboratorio molto accreditato dell’allora Unione Sovietica, nel quale questa sostanza venne imputata di essere mutagena, quindi di poter provocare il cancro, il ministro di allora – Dal Falco - emise un decreto catenaccio nel quale veniva stabilito che entro quindici giorni tutti i prodotti che contenevano E 123 dovevano essere ritirati dal mercato, seppure il medesimo colorante fosse consentito, a livello europeo, fino alla fine del 1978. Gli altri Paesi, Stati Uniti compresi, stabilirono invece che sarebbe stato possibile esaurire le scorte con approfondimento degli studi sull’eventuale tossicità del composto. Morale: in Italia molte Aziende fallirono, molti prodotti scomparvero, un numero imprecisato di persone persero il lavoro, vennero gettati al vento esportazioni importanti e così via, semplicemente per poter dire “la salute prima di tutto”, senza dimenticare il solito panico che investì la popolazione, convinta di trovarsi di fronte al veleno del cobra. Da notare che gli studi successivi dimostrarono che il composto non era pericoloso, tanto che viene regolarmente utilizzato nell’industria alimentare da decenni. Se vogliamo analizzare un altro caso di evidente isterismo italico, consideriamo l’incidente nucleare di Cernobyl, terribile per i russi che erano stanziali nelle zone limitrofe, ma di portata limitatissima per l’Italia, tanto che la radioattività che la raggiunse venne stimata simile a quella di un paio di viaggi in aereo transcontinentali o a un soggiorno, neppure prolungato, in alta montagna. Nel 1986 si scatenò il terrore di essere contaminati dalla radioattività senza che venisse attuata dalle Autorità governative una corretta informazione scientifica che smorzasse i timori, anzi. I consigli di non consumare ortaggi a foglia larga se non dopo un prolungato lavaggio e il latte oltre ad altre precauzioni su indumenti, scarpe ecc. determinarono un’esplosione di panico che durò settimane. Ora sta accadendo la medesima cosa, con l’aggravante che i politici attuali brillano per incompetenza e incapacità, si rifugiano dietro lo schermo di quanto loro viene detto dalla locale comunità scientifica – probabilmente quattro amici degli amici degli amici, come succede spesso, per non dire quasi sempre nei consessi decisionali politici di qualsiasi livello, dal più piccolo paesino alla grande città, fino all’agglomerato Paese. Mi faccia fare il pavone un attimo, vada a leggersi la mia poesia La Banca dei Favori ne L’Ultima inverna, scritta un bel po’ di anni fa: è emblematica. – senza assumersi quelle responsabilità per le quali sono stati votati. Conte neanche quello, ma evitiamo di spargere ulteriore sale sulle ferite!”. “Ma la gente segue quello che loro viene detto, stanno in casa, stanno distanti, si mettono le mascherine, perciò proprio tutte stupidate non possono essere: non le pare?”. “Vero fino a un certo punto. Vale per una gran parte della popolazione che è terrorizzata. Ma si è guardata in giro quando va a fare la spesa, l’atmosfera pesante, gli sguardi cattivi, aggressivi se uno si avvicina per caso qualche centimetro oltre quello che viene ritenuta la distanza di sicurezza. Non parliamo, poi se non si ha la mascherina! Parole di fuoco, insulti spesso: ma dove siamo? Alla realizzazione della sintesi positivista di Hobbes dell’homo hominis lupus? Non tocchiamo la coerenza dei provvedimenti. A cascata, cambiano continuamente, solo per il modulo da presentare ai controlli sono state emesse quattro versioni, si sono chiuse le isole ecologiche! Grande trovata, davvero! In un periodo epidemico, nel quale l’igiene dovrebbe essere il suggerimento primario, si chiude una parte della raccolta differenziata per cui la spazzatura uno se la deve tenere in casa, oppure come ho verificato personalmente transitando nei pressi, viene scaricata di fianco al sito di raccolta: incredibile come non si arrivi a pensare a una cosa così elementare. E vogliamo rincarare la dose? Bisogna stare in casa, si è a contatto tutto il giorno con moglie e figli, ma appena si sale in auto uno guida e il passeggero della famiglia deve stare dietro a un metro di distanza! Neppure un comico smaliziato poteva pensare a una barzelletta così carica di ridicolo!”. “Senta, io non sono in grado di capirle ‘ste cose, ma ce n’è una che capisco ancora meno: mi stanno gonfiando la testa – televisione, giornali e chi più ne ha più ne metta - che dobbiamo aiutare la Protezione Civile, che bisogna dare dei soldi: ma non è una roba dello Stato? E perché se non do i soldi mi devo sentire un’egoista che non vuole aiutare gli altri?”. “Parole sacrosante, sciòra Maria, sacrosante! Il Dipartimento della Protezione Civile è una struttura del Governo della Repubblica Italiana che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ stata istituita nel 1992 e ha il compito d’intervenire in ogni situazione di emergenza, si tratti di alluvioni, terremoti o altro, come l’attuale epidemia. Ha un bilancio di almeno un miliardo e quattrocento milioni annui – dati 2015, altri dati non sono riuscito a ricuperarli -, soldi erogati dallo Stato con i quali deve assicurare il funzionamento dell’apparato ed eseguire gli interventi d’emergenza: altrimenti tutti questi soldi devono servire solo per mantenere l’apparato? Se l’emergenza è grave e i soldi non bastano deve essere il signor Presidente del Consiglio dei Ministri a stanziare ulteriori fondi per fronteggiare la particolare emergenza. Invece si compie un ricatto morale verso i cittadini che pagano tasse esorbitanti, affinché scuciano altri soldi per aiutare l’Ente dello Stato! Vede, manca il senso della vergogna, del pudore, ci si attacca, infine, all’ennesimo volontariato perché lo Stato non esiste. Un primo Ministro serio e competente avrebbe stanziato tutti i fondi necessari, con larghezza, con dovizia, considerato il momento. No, si martella il cittadino con la questua! Semplicemente indegno di un Paese che si vuole definire civile!”. “Insomma dobbiamo stare in casa, ma alla fine non si sa più cosa inventare, possiamo metterci a pregare, pregare di più, anche se non possiamo andare in chiesa neppure a Pasqua!” “Sciòra Maria la religione sa essere un grande aiuto nell’affrontare le difficoltà della vita. Credere è un dono immenso che permette di superare ostacoli psicologici incredibili, consente di scovare forze ed energie che non si pensava di avere. Ma chi guida in questo cammino – non di Santiago – deve possedere l’animo sereno compatibile con il tempo nel quale vive. Non ha senso, invece, cavalcare l’onda del terrore, ergersi a predicatore di sventure, anzi compiacersi delle medesime, perché inviate da Dio come giusta e sacrosanta punizione per un mondo pervaso dal peccato. Così si torna al Medioevo, si tradisce la parola di Cristo, si cerca solo di terrorizzare gli uomini rappresentando loro lo spettro di terribili rappresaglie, degne del più abominevole dei dittatori, in funzione punitiva del mondo corrotto. Il Direttore di Radio Maria, proprio ieri, ha evocato l’immagine della Madonna che aveva predetto più volte l’avvento di atroci punizioni nei riguardi dell’umanità sempre più corrotta e atea, la Cina specialmente, vista come immagine di un ateismo degno delle fiamme infernali. Siamo a una religione pagana, gli dei aztechi avevano bisogno di sacrifici umani, ora il sacrificio umano è la pestilenza, l’epidemia, la pandemia. Ma questo non è Cristianesimo, non è cattolicesimo, è simonia, i cui cultori Dante ficcò nell’Inferno nell’ottava bolgia infilati a testa in giù in fori con i piedi fiammeggianti, perché si cerca, con il raffigurare un Dio vendicativo e punitivo, di ricavare vantaggi economici, come del resto avveniva alcuni secoli or sono dove il commercio delle indulgenze – la remissione dei peccati – era una fonte di reddito eccezionale, fondata sulla minaccia terroristica dell’inevitabile, certo castigo. Non è una visione apocalittica, è una visione retrograda, oscurantista, orientata al dominio delle masse attraverso la rappresentazione del presente, ma soprattutto del futuro, fosco, caratterizzato dal presagio della fine del mondo, imminente, quasi certa, perché meritata da un’umanità degna della tempesta di fiamme di Sodoma e Gomorra. Spaventoso, semplicemente. Poi ci sono i seguaci del Cupio dissolvi, coloro che godono in modo travolgente della gioia degli eventi negativi. Molte persone sono lì appiccicate alle televisioni, alle radio, ai giornali, per assaporare la crescita dei contagi e dei morti. E sentenziano: “Ma cosa credete? Che tutto finirà? No il virus fingerà di lasciarvi, ma poi tornerà, quando sarete meno difesi, per colpirvi con ancora più violenza, come sacrosanta punizione per la vostra vita orientata solo ai piaceri, alle cose effimere, ai consumi, ecc.” Incredibile dove possa arrivare la stupidità e la perversione umana. A questo punto, sciòra Maria, bisogna avere la saggezza di considerare che un’epidemia di questo tipo non ci abbandonerà, è vero, dalla sera alla mattina, dovremo conviverci, dovremo riprendere a lavorare con ancora maggiore impegno, dovremo far ripartire la società, il mondo che si era fermato, consentendo al progresso di compiere il suo inesorabile cammino, lungo il quale, da sempre, rimangono i morti, coloro che non possono e non riescono a stare al passo, perché le leggi della natura non le stravolge nessuno, tanto meno l’uomo, che adegua i suoi comportamenti alla convinzione di essere eterno, senza accorgersi di essere presente sulla Terra per un sospiro, che si esaurisce molto in fretta, dato che la Terra gli è stata affidata solo per un affitto talmente breve che il contratto non riesce mai ad essere stilato neppure in modo parziale. Infine, tornando all’OMS, riordinando il mio archivio di pubblicazioni scientifiche, ho messo le mani su una pubblicazione del giugno 2013, nella quale l’Oms denunciava due casi di coronavirus in Francia, con i medesimi sintomi odierni, facendo notare l’estrema pericolosità e l’alta percentuale di decessi del medesimo. Era lo stesso di oggi? E se lo era come mai venne sottovalutato?”. La stàga ben, sciòra Maria”. 10 aprile 2020 Roberto Bramani Araldi Roberto Bramani Araldi |
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